lunedì 9 novembre 2009

Forse il modo più utile per capire come insegnare è di capire come si impara. Se fossi meno pigro, avrei tenuto un diario del mio progresso con l'italiano; non l'ho fatto e quindi mi tocca cercare di ricostruire il percorso, con un pizzicho del senno di poi.

Prima cosa - non ho mai avuto una 'lezione d'italiano'. Cosa vuol dire? Vuol dire che non mi sono mai seduto davanti ad uno che si chiama 'insegnante', e chi ha cercato di farmi imparare qualcosa. Non ho mai seguito una struttura. Non sono passato dal più facile al più difficile, tant'è che sbaglio ancora delle cose semplicissime. Ma nonostante tutto ciò, o forse proprio a causa di tutto ciò, riesco a comunicare, a farmi capire, nella maggior parti delle situazioni.

Sono sette anni che sono in Italia, e direi che sono capace di parlare e capire a sufficienza da tre. Avrei fatto più progressi in meno tempo con un insegnante ed una struttura? Difficile dire. Ho avuto, e ho, degli 'insegnanti' - ma comunichiamo su un livello umano, socievole, normale, ragioniamo delle cose che ci importano - si chiamano 'amici'. Di solito mi aiutano quando non ho le parole (anche se spesso devo chiedere, sono troppo educati per correggermi!). Quando dico qualcosa veramente incomprensibile, è abbastanza lampeggiante, e ci devo riprovare. Cioè la buon fine del mio atto comunicativo, manifestato in una risposta adatta, è quello che mi guida.

Ma c'è anche l'orgoglio, l'io. Voglio parlare bene, voglio un accento che non spaventa la gente, voglio dire esattamente quello che penso e voglio dirlo in italiano, non solo in inglese tradotto.

Mi sono esercitato anche pensando. Immaginavo una situazione dove mi verrebbe da dire qualcosa in particolare, e immaginavo come si direbbe in italiano. Cioè traducevo. Si dice spesso che 'si deve pensare in inglese' - ma perchè? Una frase non diventa meno sbagliata perchè se la pensa. Ma serve perchè così la lingua è sempre pronta ad entrare nella bocca, lo spazio tra cervello e lingua viene ridotta e l'interlocutore non si stufa di dover aspettare a sentirti balbettare.

Ormai le due lingue seguono le proprie strade. Con questo intendo dire che ci sono dei pensieri e frasi che sorgono spontaneamente sia in italiano che in inglese. E questo è il salto misterioso. A volte penso che sia una semplice questione di quantità, che si raggiunge ad una massa critica di input, vocaboli e frasi, che permette al cervello di produrre frasi nuovi e di ripetere bene quelli già sentiti. La repetizione è fondamentale. Sicuramente fallisco come insegnante per quanto riguarda la ripetizione - cerco sempre la novità, di mostrare agli studenti cose nuove. Dovrei andare più per circoli. Ma adesso che ci penso succede anche questo, che spesso ci ripetiamo...ma devo alzare la ripetizione fino ad un'arte!


Aparte studenti ed amici, ho imparato tanto da:

la pubblicità
graffiti
free press e giornali
origliare le conversazioni altrui
Dante, Manzoni, Pirandello e Sciascia
Cronisti di calcio

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